E’ solo dopo “l’acqua alta” del 4 novembre 1966 quando sotto la spinta dei comitati stranieri comincia l’opera di recupero del patrimonio artistico veneziano, che il “giustar robe vecie” diventa per la falegnameria l’inizio di una esperienza di lavoro ma soprattutto di riflessioni sul proprio lavoro che piano piano si affina, si arricchisce di vari contributi esterni, mette in luce e valorizza manualità interne, si confronta con il restauro artistico e, forte di alcune importanti occasioni di lavoro, si consolida e arriva a riconoscersi nel “restauro conservativo” sia di manufatti antichi che di moderni.
Tali interventi di “recupero” trovano oggi, soprattutto nei serramenti da finestra, uno sviluppo sia pratico che teorico che ha assunto negli anni un peso significativo nell’attività della falegnameria.